Pride Month: i cambiamenti di percezione e alcuni temi caldi
May 25th, 2021, Elisa Stevanin

Pride Month: i cambiamenti di percezione e alcuni temi caldi

Con l’arrivo di giugno, ovvero il Pride Month, il mese dell’orgoglio LGBTQ+, abbiamo chiesto agli italiani la loro opinione sul pride e l’abbiamo confrontata con i dati di due anni fa. Abbiamo poi approfondito alcune tematiche importanti di questo periodo, come il DDL Zan e la benedizione delle unioni civili.

Come viene percepito il Pride dagli italiani? E come è cambiata la percezione nel tempo?

La percezione del Pride è leggermente cambia negli ultimi anni. Infatti nel 2021 il Pride viene visto principalmente come uno strumento per rivendicare i diritti delle persone LGBTQ+ (61%), in passato questa percezione era condivisa dal 53% degli italiani. Infatti due anni fa, il Pride veniva percepito innanzitutto come una festa (54%), ora invece dal 46%. Anche l’idea che il Pride sia un modo per favorire l’integrazione fra la comunità LGBTQ+ e il resto della società è un po’ più diffusa, infatti ora è d’accordo il 46% degli italiani (rispetto al 40% di due anni fa).

Come in passato, 1 persona su 10 (11%) ha partecipato ad almeno una manifestazione per il Pride nella propria vita (indipendentemente dal proprio orientamento sessuale) e la partecipazione è maggiore tra i più giovani (il 23% dei 25-34enni). I due principali motivi che hanno spinto le persone a prendere parte alle iniziative sono il voler manifestare contro l’intolleranza in generale (53%) e voler manifestare a favore di specifici diritti delle persone LGBTQ+ (53%).

Per quanto riguarda invece le iniziative delle aziende...

Ogni anno, in occasione del Pride Month (Mese dell'Orgoglio LGBTQ+), molte aziende producono edizioni speciali dei loro prodotti a supporto della comunità LGBTQ+ (ad esempio, prodotti con i colori dell'arcobaleno), secondo il 67% degli italiani queste iniziative sono principalmente strategie di marketing (ovvero il così detto “rainbow washing”) e non un’espressione dei reali valori aziendali. Questa percezione è un po’ diminuita negli ultimi anni, infatti nel 2019 era il 75% degli italiani a pensarla così.

È in aumento invece il numero di italiani che si sentirebbe fiero di lavorare per un’azienda che sponsorizza e supporta la comunità LGBTQ+ (passando dal 39% nel 2019, al 46% ora), l’orgoglio è decisamente maggiore tra i giovanissimi (72% tra i 18-24enni). Queste iniziative a supporto del Pride Month continuano a non avere un grande effetto sui consumatori, anche se si passa dal 23% degli italiani che nel 2019 ha dichiarato di essere più propenso ad acquistare prodotti o servizi da aziende LGBTQ+-friendly, all’attuale 31% e dal 17% nel 2019 al 25% che ora lo sarebbe se vedesse una pubblicità che ha come protagonista una coppia appartenente alla comunità LGBTQ+.

Il DDL Zan è un disegno di legge che ha come obiettivo prevenire e contrastare le discriminazioni e le violenze per orientamento sessuale, genere, identità di genere e disabilità. Al momento è stato approvato dalla Camera, ma non ancora dal Senato, dove al momento è bloccato a causa della resistenza di alcuni partiti e politici. La maggior parte degli italiani, ovvero il 57% ne ha sentito parlare e sa anche di cosa di tratta, mentre il 25% ne ha sentito parlare ma non sa di cosa si tratta (il rimanente 19% invece non ne ha sentito parlare). 2 persone su 3 (68%) pensano che il DDL Zan deve essere approvato, mentre il 14% non è d’accordo.

Un’altra tematica importante anche se meno al centro dell’attenzione, riguarda la benedizione delle unioni civili tra coppie omosessuali. Infatti nel mese di Marzo 2021, un organo del Vaticano ha deciso che la Chiesa Cattolica non potrà benedire le unioni omosessuali o le coppie unite da un’unione civile, in questo caso 1 persona su 4 (25%) concorda con la decisione del Vaticano, mentre 1 su 2 (48%) è contraria.

Durante il mese di Maggio, nonostante questo divieto di benedire le unioni omosessuali, in Germania, dei sacerdoti sono andati contro il divieto e hanno benedetto delle coppie dello stesso sesso legate da un’unione civile. Il 59% degli italiani si dichiara d’accordo se anche i sacerdoti italiani iniziassero a benedire le coppie omosessuali (rispetto al 16% che sarebbe contrario).

Metodologia

Il sondaggio è stato effettuato online, su un panel proprietario di YouGov. I dati sono ponderati per essere rappresentativi della popolazione adulta italiana. Interviste condotte dal 18 al 19 Maggio 2021 su un campione di 1022 persone rappresentative della popolazione italiana (18+).

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