Elezioni USA: le preferenze e le aspettative degli europei

Elezioni USA: le preferenze e le aspettative degli europei

Luca Mapelli - 4 novembre 2024

Martedì 5 novembre, milioni di statunitensi voteranno per decidere se Kamala Harris verrà promossa da vicepresidente a Presidente, o se invece Donald Trump otterrà il secondo mandato dopo il successo del 2016.

Un nuovo studio EuroTrack di YouGov svela le attitudini verso le elezioni USA in sette Paesi dell’Europa occidentale: Italia, Francia, Germania, Spagna, Svezia, Danimarca e Gran Bretagna.

I risultati indicano che Harris è l’opzione preferita in ciascun Paese intervistato, con alcune differenze: i danesi sono quelli più inclini a volere una vittoria di Harris (81%), mentre gli italiani lo sono di meno, con il 46% vorrebbe vedere Harris trionfare, risultato comunque doppio rispetto a quello di chi desidera una vittoria di Trump (24%).

Questi risultati rappresentano una conferma: la maggior parte dei Paesi intervistati, infatti, aveva simili opinioni anche durante le nostre rilevazioni prima delle elezioni statunitensi del 2020. Gli unici Paesi a differire in una qualche misura, rispetto a quattro anni fa, sono la Svezia e l’Italia: in Svezia è cresciuto il supporto per la candidatura democratica, mentre in Italia la preferenza per i Democratici è calata.

Sinistra e centro-destra europei preferiscono Harris, mentre la destra è più divisa

Anche se Kamala Harris viene preferita al suo rivale in tutti i Paesi intervistati, i risultati differiscono in base al partito di riferimento dei rispondenti. Come ci si potrebbe aspettare, il supporto per Harris raggiunge il picco tra chi alle ultime elezioni ha votato partiti europei tendenti a sinistra. Ma la preferenza per i Democratici permane anche tra partiti di centro-destra storici e istituzionali: il 78% degli elettori della CDU/CSU tedesca preferisce Kamala Harris, così come il 66% dell’elettorato del Partito Popolare spagnolo e il 58% degli elettori dei Conservatori in Gran Bretagna.

La situazione cambia osservando l’elettorato dei partiti più marcatamente di destra: a Trump va la preferenza del 54% degli elettori del partito spagnolo Vox, del 51% dei votanti di Reform UK, del 50% degli elettori dell’AfD tedesca, e infine del 44% degli elettori di Fratelli d’Italia. Anche tra i partiti di destra, però, la preferenza non è scontata: i Democratici Svedesi preferiscono Harris 49% a 31%, e gli elettori francesi di Marine Le Pen la preferiscono 46% a 31%.

Quando si chiede agli europei chi pensano che vincerà, l’aspettativa generale ancora una volta propende per Harris: da un minimo di 43% a 32% in Italia, a un massimo di 61% a 18% in Germania. Questa sensazione sembra riflettere le preferenze degli europei più che la situazione dei sondaggi, che danno i due candidati testa-a-testa.

Gli europei occidentali hanno un’opinione discreta di Harris, tiepida di Biden, negativa di Trump

Con il mandato di Joe Biden che sta per concludersi, la maggior parte dell’Europa occidentale valuta il suo operato nella media degli altri presidenti USA. Questa valutazione rispecchia le aspettative che si avevano di Biden nel 2020, quando buona parte degli europei si attendeva da lui una presidenza nella media.

Le aspettative sono un po’ migliori nei confronti di Kamala Harris, con il 37% degli italiani che la riterrebbe un’ottima o una buona Presidente, cifra che raggiunge il 64% tra i danesi.

Per quanto riguarda Trump, invece, che ha già dovuto fare i conti con un mandato alla Casa Bianca, le aspettative sono peggiori. La risposta più comune, in ciascun Paese, è che sarebbe un “cattivo” o “pessimo” Presidente, cifra che varia dal 48% in Italia al 77% in Danimarca.

L’influenza degli Stati Uniti in Europa

Il fatto che così tanti europei abbiano un’opinione sulle elezioni statunitensi può non stupire. Del resto, chiunque siederà alla Casa Bianca affronterà, oltre alla situazione domestica statunitense, un contesto geopolitico delicato che riguarda soprattutto la nostra sponda dell’Atlantico: dal conflitto in Ucraina, in cui gli europei sostengono Kiev ma non vedono una risoluzione in vista, alla situazione in Medio Oriente, dove la maggior parte degli europei da mesi sostiene un cessate-il-fuoco che sembra ancora lontano.